martedì 18 settembre 2012

Malpensa immobiliare

"Estremamente deludenti ed evasive". Questo il giudizio delle associazioni ambientaliste sulle risposte fornite da SEA nel contraddittorio istruito quest'oggi presso la Regione in presenza della Commissione Nazionale VIA. L'aumento delle emissioni acustiche nei comuni a sud dell'aerostazione restano un problema da risolvere, l'inquinamento atmosferico sarebbe trascurabile, e la terza pista sarebbe indispensabile perchè, secondo SEA, l'aeroporto - che in un decennio ha perso oltre il 40% del suo traffico - sarebbe prossimo alla saturazione.
Risposte elusive o non risposte: del resto la SEA non era presente con tecnici esperti sul funzionamento dei sistemi aeroportuali, ma con i rappresentanti della divisione SEA Real Estate, gli immobiliaristi del gruppo. Ma anche loro non hanno fornito nessuna risposta in merito alla cancellazione dei preziosi habitat forestali del Parco del Ticino, che verrebbero coperti dal cemento della terza pista e - soprattutto - dai 450 ettari di nuovi capannoni che verrebbero realizzati spacciandoli per una cargo city, quando in realtà è chiarissimo che si tratta solo di una gigantesca lottizzazione commerciale.
Va in scena così una nuova puntata della discussione in merito al futuro dell'aeroporto, che nelle ultime settimane aveva già vissuto il lancio del piano del ministro Passera sulla riorganizzazione a livello nazionale e la presentazione del rapporto dello studio Ambrosetti, a cui era seguita anche la nostra replica.

"Altro che sviluppo sostenibile del sistema aeroportuale milanese, sul tavolo non c'è una terza pista, ma una operazione immobiliare bella e buona. SEA vuole solo realizzare una gigantesca piastra commerciale in uno degli ambienti naturali più preziosi d'Europa, e la terza pista è solo la scusa per portare a casa l'operazione immobiliare del secolo: centinaia di capannoni nel Parco del Ticino. Non c'è una visione del futuro aeroportuale lombardo, non c'è un piano industriale, ma esclusivamente un gigantesco progetto immobiliare da portare in dote agli azionisti, a costo di massacrare il Parco del Ticino". Questo il commento unanime dei rappresentanti ambientalisti presenti al contraddittorio.

"In queste condizioni ad essere poco credibile non è solo il master plan di Malpensa, ma la stessa affidabilità di una società, la SEA, che ormai sembra del tutto priva di un progetto industriale: altro che grande ed efficiente sistema di aeroporti del Nord Italia, l'unica cosa che interessa è una rendita speculativa da realizzare grazie ai nuovi volumi immobiliari previsti."

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