venerdì 29 marzo 2013

Il PGT non c'è, il consumo di suolo sì

Il Piano di Governo del Territorio che non c’è, il consumo di suolo che invece continua ad esserci, la necessità di riqualificare la città esistente.
Legambiente Varese non ha mai mancato di intervenire nella discussione pubblica e dopo qualche settimana di silenzio ha scelto di ribadire le proprie ragioni questa mattina in una conferenza stampa all’aperto.
Accompagnati da uno striscione con la scritta ironica “Permessi fast…cemento o food?”, il coordinatore provinciale Alberto Minazzi e alcuni soci si sono presentati davanti al cantiere del McDonald’s in via Manin a Masnago, luogo al centro del dibattito cittadino di questi ultimi giorni.

“Auspichiamo che la Regione non ascolti le sirene di costruttori e ordini professionali e tenga duro sulla mancata proroga dei vecchi PRG, come la Giunta precedente aveva fatto – è l’attacco iniziale di Alberto Minazzi –. I Comuni facciano il loro mestiere e dimostrino capacità di programmazione.”
E’ al Comune che si rivolge infatti l’associazione ambientalista. E il primo riferimento non poteva che essere alla location scelta per la conferenza stampa.
“Contestiamo l’inerzia dell’Amministrazione, tale per cui è possibile sfruttare le pieghe che la situazione attuale più o meno concede. Inerzia che però si è trasformata in solerzia nel mese di dicembre. Per esempio, proprio relativamente all’intervento di via Manin, quando sotto la tagliola della decadenza del vecchio Piano Regolatore, la commissione urbanistica ha dato parere favorevole sorvolando sulle riserve avanzate. La stessa solerzia che riscontriamo nel voler proseguire in progetti costosissimi e dannosi come il parcheggio sotto Villa Augusta, la bretella Gasparotto-Borri, il parcheggio al Sacro Monte.”

L’associazione ambientalista rinnova la richiesta che sta avanzando da tempo di conoscere i dati di tutto il costruito di questi anni: “L’assessore Binelli rivendica l’impegno contro il consumo di suolo. A noi sembra che, nonostante tutto, in questi anni si sia continuato a cementificare, senza contare parcheggi, rotonde e altre amenità. Per dirimere la questione l’unico modo è rendere pubblici e comprensibili tutti i dati. Nonostante il biblico lavoro per arrivare al PGT, infatti, nessuno ha un quadro chiaro dello stato dell’arte: è inaccettabile che nel Documento di Piano si faccia riferimento come ultimo anno al 2008, come è possibile progettare la città basandosi su cinque anni fa, se il mondo nel frattempo è cambiato? In ogni caso, due milioni di metri cubi dal 1996 al 2008 non ci sembrano bruscolini”.

Quando però ci sono da riconoscere aspetti positivi, il Cigno Verde varesino non si tira indietro: “Apprezziamo che, coerentemente con quanto detto in più occasioni dall’assessore, la maggior parte delle aree di trasformazione ricada su zone già urbanizzate e da riqualificare. Siamo disponibili perciò a discutere e valutare senza pregiudizi gli impatti su mobilità e qualità della vita di questi interventi. Ma la nostra richiesta è di stralciare senza indugi alcune aree come Ville Ponti e l’Ippodromo”.

A proposito di dati Legambiente coglie l’occasione per rivolgere nuovamente alcune domande all’Amministrazione in merito alla produzione edilizia che ha caratterizzato questi anni: “Qual è il patrimonio edilizio esistente? E quanto è sfitto? A quanto ammontano le concessioni edilizie dal 2008 ad oggi?”
Il Documento di Piano indica in seimila abitanti l’aumento di popolazione residente nel 2020, il 7% in più rispetto ad oggi: “E’ grave che non esista uno studio che metta in relazione l’andamento demografico con la produzione edilizia. I futuribili seimila abitanti previsti avranno bisogno di seimila appartamenti? Noi pensiamo che si debba piuttosto aggiornare lo stock edilizio esistente”.

Insomma, dall’associazione arriva nel complesso una bocciatura: “Ci sembra che le proposte della Giunta seguano la stessa logica che ha caratterizzato i decenni scorsi: la programmazione è affidata allo scambio volumetrico. Si alimenta così un meccanismo perverso di “creazione di moneta” da parte delle amministrazioni locali. Meccanismo che, date le condizioni del mercato, non è più sostenibile neppure economicamente e rischia di far diventare un libro dei sogni i grandi progetti di cui si parla da tempo.
Noi proponiamo invece di orientare gli obiettivi verso la qualità diffusa, il rinnovamento degli stili di vita, il risparmio di risorse, la manutenzione e rigenerazione anche energetica della città esistente.”

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