mercoledì 30 aprile 2014

La ferita di Pedemontana

Nel giorno in cui il CIPE dovrebbe decidere se elargire un bonus fiscale da 500 milioni di euro a favore di Pedemontana nonostante i pareri sfavorevoli dei tecnici del Governo, Pisapia ha detto le parole che molti lombardi pensano e che nei giorni scorsi erano state oggetto anche di preoccupate interrogazioni parlamentari, presentate al Senato da Loredana De Petris e alla Camera dagli Onorevoli Ermete Realacci e Chiara Braga: Pedemontana è un ingiustificato spreco di risorse, finora quasi interamente pubbliche, per un'opera che produce una utilità assolutamente non commisurata nè ai costi (stimati in 5,8 miliardi di euro lordi) nè alle devastazioni ambientali (foto dello svincolo con A9 a Lomazzo) destinate ad abbattersi su un territorio che ha sì bisogno di migliori collegamenti e servizi di mobilità, ma non certo di una gigantesca autostrada di attraversamento, peraltro con pedaggi salatissimi.
L'opera, drammaticamente in cerca di finanziamenti e bonus pubblici dopo che le banche creditrici hanno fatto capire di non essere disposte a finanziare ulteriormente un investimento che si preannuncia in perdita, ha già spolpato i bilanci della ex gallina dalle uova d'oro, Serravalle Spa, azionista di riferimento, portando la concessionaria a una situazione di esposizione che rischia di risultare incompatibile con la tenuta dei bilanci aziendali: colpa di un progetto affetto da gigantismo e gonfiato da previsioni di traffico non verosimili.

A dirlo non sono più solo gli ambientalisti, ma sempre più sindaci solo in teoria 'beneficiati' dal passaggio dell'infrastruttura e, in ultimo, anche il sindaco di Milano che ha capito che quell'opera rischia di diventare una voragine finanziaria in grado di dirottare risorse per interventi molto più urgenti, anche in vista di Expo. Pedemontana è infatti la più grande delle opere pubbliche connesse ad Expo 2015: da sola assorbe l'85% dei costi di tutte le opere inserite in 'priorità 1' dal DPCM che finanzia Expo. Peccato che anche un somaro in geografia, guardando i tracciati di progetto, capirebbe che Pedemontana c'entra con Expo come i cavoli a merenda: nessun flusso di traffico diretto a Expo viene intercettato da questa infrastruttura.
"E' ora di finirla di gettare soldi in un'opera sbagliata - dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - la Lombardia e anche l'Expo hanno ben altre priorità su cui investire. Questa volta Maroni dia retta a Pisapia e non perseveri nell'errore voluto dal suo predecessore e dall'allora assessore Cattaneo. Fermiamo i cantieri subito, senza aspettare il default di Serravalle, e progettiamo gli interventi per la mobilità che servono ai cittadini e alle imprese della Lombardia. Molti danni ambientali sono già stati causati dai primi cantieri dell'infrastruttura, ma curare le ferite del territorio costerà infinitamente meno che completare un'opera inutile di queste proporzioni".

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