martedì 8 aprile 2014

PGT, le nostre osservazioni

Rivedere il sistema della mobilità che così presentato appare insostenibile e vecchio, basato sulla “monocultura” dell’auto privata. Estendere le aree paesistiche e il verde di connessione in modo da contrastare il consumo di suolo, garantire la tutela e valorizzazione del suolo agricolo e, elemento di grande  importanza, far penetrare l’ambiente naturale nella città. Spingere per una rigenerazione energetica del patrimonio edilizio esistente.
Sono alcuni dei punti delle osservazioni al Piano di Governo del Territorio di Varese che Legambiente ha presentato a fine marzo sul Treno Verde. Considerazioni frutto di un lungo percorso di confronto e coinvolgimento con i cittadini, che si è manifestato in particolare con le sei recenti passeggiate urbanistiche in alcune delle aree più sensibili della città: Bizzozero e Università, San Fermo, Valle Olona, Belforte, Stazioni, Ippodromo, Biumo Superiore, lago.
Scarica qui il documento.Di seguito il comunicato stampa di sintesi.


Va apprezzata l’impostazione strategica del Documento di Piano di Governo del Territorio di Varese, attento ai temi della tutela e valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio. Giudicata sicuramente positiva la scelta di proporre le Aree di Trasformazione su lotti già edificati, urbanizzati o zone dismesse. Sottolineato il riconoscimento da una parte dell’emergenza costituita dal consumo di suolo naturale ed agricolo, dall’altra della necessità di azioni di riequilibrio ambientale e paesaggistico. Ma ci sono ancora diversi aspetti su cui occorre lavorare e fare di più.
“Le nostre perplessità partono dalla principale contraddizione rispetto ai principi enunciati – rileva Dino De Simone, presidente di Legambiente Varese -, il sistema della mobilità proposto dal piano è insostenibile e vecchio, basato sulla “monocultura” dell’auto privata. E’ illogico progettare nuovi tratti stradali interni alla città, la Gasparotto-Borri su tutti, così come pensare di rispondere all’assedio delle auto con l’ulteriore diffusione di parcheggi in tutte le zone urbane. Pure sotto i parchi. E perfino in uno dei luoghi più preziosi, come il Sacro Monte, che meriterebbe ben altra attenzione”.
Una scelta che allontana dagli obiettivi da perseguire, e cioè il miglioramento della qualità della vita, la lotta allo smog, la diffusione del risparmio energetico ed il razionale utilizzo dello spazio pubblico.
Le proposte del Cigno Verde vanno dunque in tutt’altra direzione: ristrutturazione e potenziamento del trasporto pubblico, introduzione di nuovi sistemi per la mobilità collettiva (come il bus a chiamata e i taxi collettivi, ecc), l’intermodalità, la progettazione di una rete capillare per la mobilità ciclo-pedonale.

Seconda critica avanzata da Legambiente è l’eccessivo ricorso alle Aree di Completamento, troppo spesso interventi urbanistici su suolo libero che vanno a cementificare ulteriormente zone già antropizzate; è la conseguenza della scelta opportunistica  dell’Amministrazione Comunale di non sottoporre a VAS anche il Piano delle Regole ed il Piano dei Servizi.
“Chiediamo di estendere le aree paesistiche e il verde di connessione – dichiara Alberto Minazzi, responsabile dei temi urbanistici per il circolo di Varese -, in modo da contrastare il consumo di suolo, garantire la tutela e valorizzazione del suolo agricolo e, elemento di grande  importanza, far penetrare l’ambiente naturale nella città.”
Un obiettivo da raggiungere anche attraverso l’ampliamento sia del PLIS cintura Verde fino all’area dell’ex macello civico, la cui riqualificazione deve marcare il bisogno di “natura in città”, sia del PLIS Valle Bevera.

Sono stati molti gli aspetti affrontati dall’associazione ambientalista durante le passeggiate che hanno condotto soci e simpatizzanti direttamente sui luoghi interessati a possibili trasformazioni.
Dal comparto del Campus universitario a Bizzozero, le cui evoluzioni sono slegate da un ragionamento sul rione e in generale sulle esigenze della città, al colle di Biumo Superiore da dove è stato nuovamente lanciato un forte no all’ipotesi di costruzione di un albergo nel parco di Ville Ponti. Così come non è mancata l’occasione di ribadire la richiesta di salvaguardia della destinazione pubblica dell’area dell’Ippodromo. Esemplare contraddizione tra le linee guida e gli interventi singoli ipotizzati nel Piano è la localizzazione del nuovo carcere in via Friuli: “Una soluzione inaccettabile – commenta Minazzi – dato che va ad intaccare un’area la cui funzione deve essere agricola e di servizio ecologico lungo l’Olona, che non può più essere compressa e soffocata da nuove costruzioni”.
Anche in questo caso Legambiente non si limita alla critica ma avanza una diversa proposta: localizzare il carcere su un’area dismessa, come l’ex Fraschini.

“La verità è che questo Piano arriva quando i buoi sono già scappati – conclude De Simone -, perchè mentre il Comune temporeggiava sulla sua redazione la città si è trasformata pezzo per pezzo, senza una visione comune e quindi abbruttendosi. Non tutto è però perduto e le nostre osservazioni vogliono proprio avere questo senso: è ora che Varese diventi una città smart, sostenibile, dal respiro europeo. L’idea è quella di una città capace di rigenerarsi urbanisticamente, energeticamente ed ambientalmente capace di raccogliere le migliori proposte e svilupparle, infatti una città non diventerà mai smart senza che i propri cittadini siano smart”.

Nessun commento: